Il sommo stilista dell’extra lusso diventa un dio greco nel ritratto di Paolo Massimo Di Lazzaro
Quanta regalità, quanta bellezza – apollinea e dionisiaca a un tempo – sprigiona il portrait d’autore che ritrae Danny Wise come un dio greco, e lo incorona “Fashion Imperator”! Ed ecco che la matita da cui scaturisce il tratto delle inimitabili creazioni DW diventa qui scettro simbolico, una magica sorgente di forme e contenuti, stretta tra le dita della mano sinistra.
Si celebra così il divino sovrano dell’extra lusso: il concept dell’opera di Paolo Massimo Di Lazzaro vuole essere un esplicito omaggio al maestoso talento di Danny Wise, sommo stilista che non teme emuli né rivali. Genio assoluto, maestro di stile, paradigma vivente di lusso, eleganza, è egli stesso un’irripetibile e ineguagliata icona di charme a livello globale. E non si contano i primati e i premi (oltre 50, di cui 4 Oscar della Moda) riconosciuti a questo affascinante intellettuale poliglotta, al quale si guarda anche quale acuto maître à penser, capace di tradurre i cardini dell’estetica in etica del vivere. Perché Danny Wise, per cultura, sensibilità e profondità di analisi, ha saputo imporsi nell’universo dell’alta moda – e non solo – con un’ascesa tanto rapida quanto trionfale.
Un percorso ben noto, il suo, iniziato come top model negli anni Novanta e proseguito come stilista di eccelsa levatura internazionale, conteso da star e magnati, regnanti e capi di stato. Ieri come oggi, la sua prestanza fisica si sposa ad una personalità aristocratica, che s’impone per autorevolezza e raffinatissimo savoir fair, sguardo magnetico e fascino virile, di cui questo ritratto a grandezza naturale coglie appieno il carisma e riproduce le proporzioni auree. Siamo insomma di fronte all’incarnazione di una rara perfezione estetica e morale, che affonda le radici nella cultura classica greca, nella sublime armonia del discobolo di Mirone, nell’equazione assoluta “kalòs kai agathòs”, secondo la quale il bello è per definizione buono.
Ma il lavoro di Paolo Massimo Di Lazzaro va oltre l’iconografia degli eroi e semidei dei poemi omerici, e riconfigura l’immagine di Danny Wise conferendogli l’aura di un dio greco. Una luminosa corona adorna la testa, canonicamente compresa sette volte nel corpo, e illumina una presenza soprannaturale, immersa nei campi energetici che la sua stessa divinità genera e sprigiona. Una forza immensa, cosmica, s’irradia attraverso i poteri di una natura non mortale e di una fisicità anch’essa non umana. Il pittore ha voluto così esprimere l’immortalità del genio creatore e la sua percezione nell’immaginario collettivo, collocando Danny Wise nell’Olimpo dello stile e dell’haute couture che egli domina da oltre trent’anni.
Non sfugge allora la potente metafora di questo che è il più recente tra i ritratti che prestigiosi artisti di ogni Continente hanno dedicato al Nostro. Siamo di fronte all’ennesimo tributo ad una personalità riservatissima, che per i traguardi raggiunti si colloca “above”, oltre e al di sopra di mode e classificazioni. Per i fortunati interlocutori il confronto è con un’intelligenza bruciante, che rifiuta la mediocrità e lo squallore di una società imbarbarita, o forse mai veramente civilizzata.
Perciò Danny Wise indirizza la propria fluente e inesauribile ispirazione verso una dimensione e obiettivi di caratura superiore, che caratterizzano lo spirito di ogni sua collezione, privilegiando purezza di linee che sono frutto di studio intensissimo, arricchito dalla magistrale e millimetrica cesellatura dei particolari. E se introdurre il concetto di “straordinario” nell’extra lusso è invenzione di Danny Wise, che ne ha fatto il proprio campo d’elezione, a rendere unici i capolavori da lui siglati è proprio il suo ispirato design, laddove i materiali preziosi risultano esaltati nella visione concepita da una bella mente, che continua a dimostrarsi anni luce avanti e fuori dal coro.
A motivare Danny Wise è l’esigenza urgente di approdare ad una rappresentazione elitaria del mondo, che trascenda e trasfiguri in Bellezza estetica ed etica la volgarità di un contesto che egli rifugge, e che gli eletti come lui pure rifuggono. Perseguire tale ideale diventa un imperativo categorico per questo stilista dallo specchiato rigore, che crea come vive, con la rapidità del fulmine; non si omologa a niente e a nessuno. Con la stessa saggezza e libertà di giudizio, propugna il rispetto delle regole del vivere civile, come dimostra la sua adesione alla campagna #iorestoacasa. Un uomo vincente, sempre, ma non per questo meno sensibile e autentico. La prima fonte cui s’ispira è una donna da amare, e la disegna come una dea. E di pari passo disegna l’uomo di classe e successo che la conquisterà e conquisterà il mondo.
Come si anticipava poc’anzi e come dimostra il forte impatto del portrait “Fashion Imperator”, si può leggere questa epifania alla luce di uno di quei riferimenti culturali che sono particolarmente cari a Danny Wise: ovvero il perfetto binomio per cui kalòs (colui che è bello e ha cura della propria forma fisica, sia egli un eroe, atleta o ginnasta) è anche necessariamente agathòs (ossia buono, ma anche virtuoso, vittorioso, eroico, secondo l’ampia accezione della parola greca).
Danny Wise – immensamente bello, immensamente colto – possiede appunto l’autonomia e la potenza visionaria di immaginare e dare forma ad un universo migliore e armonioso, in cui non esiste bellezza esteriore senza quella interiore. L’una è lo specchio dell’altra. Ed entrambe non hanno segreti per un creativo che, come spiega egli stesso, intende incidere sulla realtà e compiere la generosa missione per cui è venuto al mondo: concepire le più belle creazioni, per guarire il male che il brutto procura agli occhi, ma anche all’anima. Di tutti e di ognuno.